Autore: Felix Frey, Dr. sc. ETH
Pubblicato per la prima volta
nella rivista «catastre» (dicembre 2020)
La carta topografica della Svizzera (carta Dufour) trasmetteva un messaggio inequivocabile. La carta distingueva chiaramente il territorio della Confederazione dagli Stati circostanti, mentre i confini cantonali erano visibili solo a un esame più attento. In questo modo, si sottolineava l’esistenza di uno Stato federale unito in un’epoca in cui non esisteva ancora in quanto tale.
Per l’anonimo cronista, nel 1883 l’unità politica della Svizzera era un dato di fatto. In effetti, dalla fondazione del moderno Stato federale nel 1848 il Paese era andato unendosi, anche se permanevano fratture e tensioni politiche. La carta topografica della Svizzera sembrava confermare questo sviluppo. La Svizzera vi risaltava come un tutt’uno, mentre i confini interni dei Cantoni erano riconoscibili solo se osservati da vicino. D’altronde, i nomi dei Cantoni neppure erano menzionati.
Nella prima edizione della carta Dufour i confini nazionali erano immediatamente riconoscibili anche ai meno esperti. Il territorio svizzero era disegnato in modo plastico e dettagliato, mentre i Paesi circostanti erano solo abbozzati. La Svizzera sembrava emergere come un’isola in un mare bianco. Questo effetto era particolarmente forte laddove i confini della Confederazione correvano attraverso i rilievi delle regioni montuose, tratteggiati sulla carta con grande perizia (cfr. fig. 1 e 2).
La carta sottolineava inequivocabilmente l’unità politica della Svizzera. Ma negli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento, quando si stava elaborando il progetto della carta Dufour, tale unità non esisteva ancora in alcun modo.
Quando, nel 1845, l’Ufficio topografico federale pubblicò le prime due tavole della carta (XVI Ginevra, Losanna; XVII, Vevey, Sion), la situazione politica in Svizzera era tale, che il termine «unità» doveva apparire del tutto fuori luogo. A quel tempo, la Svizzera non era uno Stato federale, ma una confederazione di Stati. La sovranità spettava in gran parte ai Cantoni, mentre la Dieta federale, come collante politico della Svizzera, disponeva soltanto di poteri esecutivi e legislativi limitati.
A partire dai primi anni Trenta dell’Ottocento si pose con sempre più urgenza la questione della ripartizione delle competenze tra istituzioni cantonali e federali. Mentre i liberali si battevano per uno Stato federale forte e laico, lo schieramento religioso-conservatore voleva il mantenimento della sovranità cantonale. Al centro del dibattito vi era in particolare il sistema educativo: soprattutto i Cantoni cattolico-conservatori della Svizzera centrale non volevano che a organizzare il sistema educativo fosse uno Stato federale liberale e laico.
Nei dieci anni precedenti la fondazione dello Stato federale nel 1848, il conflitto costituzionale, strettamente intrecciato a questioni ideologiche, si era esacerbato. Tra il 1839 e il 1845, nei Cantoni di Zurigo, Argovia, Soletta e Vallese si verificarono rivolte, scoppi di violenza e tentativi di colpo di Stato. Nella lotta politica gli schieramenti erano mutevoli. Il conflitto non sempre era tra protestanti e cattolici: a Zurigo, nel 1839, la popolazione rurale, protestante e conservatrice, si ribellò al governo cantonale, pure protestante ma liberale; mentre l’Alto Vallese, guidato dai cattolici-conservatori, si separò violentemente per un breve periodo nel 1839/40 dal Cantone governato dai liberali. Quando, nel 1844, il Governo cantonale di Lucerna concesse ai gesuiti cattolici ampi poteri nel campo dell’educazione, Corpi franchi liberali marciarono a due riprese, senza successo, contro la città della Svizzera centrale.
Confederazione o Stato federale, educazione laica o confessionale, industrializzazione o economia tradizionale: negli anni Quaranta dell’Ottocento erano numerose le questioni ideologiche che dividevano la popolazione svizzera e che sfociavano regolarmente in dispute violente. È in questo ambiente confuso e teso che videro la luce le prime due tavole della carta Dufour.
L’Ufficio topografico federale era una delle poche istituzioni federali sovracantonali. Il suo capo e «directeur de la Carte», Guillaume Henri Dufour, era anche il più alto ufficiale militare della Confederazione (quartiermastro generale) e un sostenitore di uno Stato federale liberale. Allo stesso tempo, però, sapeva che era necessario un compromesso politico. Fu quindi anche grazie alla moderazione di cui diede prova nelle operazioni militari che la Guerra del Sonderbund, combattuta nel 1847 tra gli oppositori e i sostenitori di un moderno Stato federale, non degenerò in una grande e devastante guerra civile. Al contrario, Dufour partecipò all’elaborazione del compromesso federale tra i Cantoni e la Confederazione che ha plasmato la Svizzera fino ad oggi. È questo compromesso che ha reso possibile, nel 1848, fondare senza ulteriori spargimenti di sangue lo Stato federale svizzero.
La carta topografica della Svizzera era meno conciliante dell’azione di Dufour. L’immagine della carta del 1845 non descriveva una realtà politica, ma un’aspirazione: contrariamente a quanto suggeriva l’omissione dei nomi dei Cantoni, questi non erano sprofondati nell’insignificanza. Né la Svizzera di allora si era fusa in un insieme coeso, come suggerivano sulla carta i confini cantonali quasi invisibili e quelli nazionali molto accentuati. La carta di Dufour non descriveva il Paese com’era, ma come avrebbe dovuto essere. Era un’esortazione a plasmare la Svizzera come quella rappresentata sulla carta.
L’inviato all’Esposizione nazionale del 1883 aveva ragione quando vedeva raffigurata nella carta di Dufour l’«unità politica della Svizzera». 35 anni dopo la fondazione dello Stato federale, il Paese si stava lentamente unendo e le relazioni tra la Confederazione, i Cantoni e i Comuni si erano sviluppate. Tuttavia, le profonde divergenze ideologiche esacerbatesi negli anni Quaranta dell’Ottocento, all’epoca dell'Esposizione nazionale non erano ancora superate: nel 1883 la carta topografica della Svizzera era al tempo stesso un’illustrazione della realtà e una grande idea per il futuro.