La scelta della città federale

La designazione di un centro forte per il Parlamento, il Governo e l’amministrazione era difficilmente conciliabile con lo spirito del nuovo Stato federale. Il termine di «capitale» non doveva assolutamente essere utilizzato e addirittura il concetto privilegiato di «città federale» non trovò spazio nella Costituzione. La questione doveva essere disciplinata unicamente a livello di legge. La proposta di un’alternanza di sedi e l’idea dell’edificazione di una nuova capitale furono immediatamente scartate. Fin da subito cittadine come Thun e Zofingen, che vennero menzionate, non ebbero alcuna possibilità. Più seria fu la candidatura della centralissima Lucerna. Come ex capoluogo del Sonderbund essa non manifestava tuttavia alcun entusiasmo per la nuova entità statale. La scelta si ridusse quindi a Zurigo e Berna. Zurigo poteva vantare un’economia forte, una buona infrastruttura e caratteristiche internazionali. Gli atout di Berna erano la sua vicinanza alla Svizzera occidentale e la sua distanza dalle frontiere e da possibili invasori. In ultima analisi decisivo fu probabilmente il timore di un’eccessiva concentrazione di potere nella città di Zurigo. Il 28 novembre 1848 ben 58 consiglieri nazionali votarono per Berna e soltanto 35 per Zurigo. In Consiglio degli Stati Berna ottenne 21 preferenze e Zurigo 13. Lucerna ottenne rispettivamente 6 e 3 voti. Un consigliere nazionale votò per Zofingen. Berna divenne così il centro politico della Svizzera.

Bundesstadt
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Zurighesi indaffarati contro tranquilli Bernesi

Nella competizione per aggiudicarsi la capitale non mancavano i luoghi comuni sul Paese e la sua gente. Per la «NZZ» Zurigo vantava una «cittadinanza ricca e importante [...], una straordinaria classe di commercianti istruiti» che coltivava un «modo di pensare e un’ospitalità confortanti e cosmopoliti», offrendo quindi ai parlamentari un ambiente ideale. Questa «sede prediletta dalle muse» sarebbe stata molto più accattivante per i deputati rispetto «all’ambiente serio e malinconico di Berna», dove dominava inoltre «la più grande povertà di luoghi di aggregazione».

I giornali bernesi non potevano contestare il dominio economico di Zurigo, ma lo valutavano abilmente come uno svantaggio: Zurigo non sarebbe stata «abbastanza tranquilla a causa della sua popolazione dedita all’industria». Con tutta la formazione e l’intelligenza degli Zurighesi «una popolazione industriale e manifatturiera» avrebbe offerto «un terreno troppo poco solido, sicuro e tranquillo per la città federale». Berna sarebbe stata quindi molto più idonea: «i Bernesi sono lo zoccolo duro, sono agricoltori e allevatori, dalla mentalità liberale, di indole tranquilla, con un forte carattere», fungendo da «ampio e straordinario supporto» alle autorità federali. In nessun altro posto, continuava la stampa bernese, i parlamentari avrebbero trovato «più sincerità e cordialità, meno simulazione e falsità [...] più gradevole intrattenimento sociale». Non si sa fino a che punto questa polemica abbia inciso sulla votazione che ha decretato la vittoria di Berna.

Il dilemma di Von Segesser

PhilippAnton von Segesser fu eletto in Consiglio nazionale come unico cattolico-conservatore del Cantone di Lucerna e si trovò subito confrontato con la questione della scelta della sede del Parlamento e del Governo. Fra i candidati vi era anche Lucerna. Von Segesser doveva soppesare i pro e i contro: da un lato la sua città natale avrebbe potuto acquisire onore nazionale e risalto internazionale. In quanto capitale avrebbe avuto un maggior peso politico e avrebbe potuto aspettarsi vantaggi economici. Anche il Governo del suo Cantone appoggiava chiaramente la candidatura. D’altro canto erano da temere costi elevati. Inoltre la maggioranza degli elettori lucernesi si era espressa contro la Costituzione federale. Egli stesso e il Cantone avevano combattuto durante la guerra del Sonderbund a favore del mantenimento della Confederazione di Stati. Proprio Lucerna sarebbe dovuta diventare il simbolo del nuovo Stato federale? Il 28 novembre 1848 i consiglieri nazionali introdussero le loro schede nell'urna. Su sei di queste appare il nome di «Lucerna», ma nessuna di esse fu compilata da Von Segesser, che non votò nemmeno per un’altra città, astenendosi dal voto a causa del suo dilemma. Come leader politico dell’opposizione, tuttavia, avrebbe avuto ancora sufficienti opportunità a Berna per affermare chiaramente la sua posizione.